L'orologio del campanile di Positano

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Alcune notizie dell'orologio della torre campanara di Positano

Data:

27 maggio 2024

Tempo di lettura:

4 min

il quadrante dell'orologio
il quadrante dell'orologio

Descrizione

Le notizie più antiche riguardo la presenza di un campanile annesso alla Chiesa di Santa Maria di Positano sembrano risalire al XVI secolo.

La documentazione è costituita dalle visite pastorali, nelle quali viene riportata la presenza di una struttura sita all’interno del perimetro del chiostro della chiesa, il quale doveva estendersi davanti all’ingresso dell’edificio di culto.

Fino al 1596, come riportato da Angelo Raffaele Celentano, vengono citati due altari eretti nel chiostro, oltre ad un terzo posizionato nello specifico «subtus campanile», quindi sotto al campanile, dedicato ai Santi Caterina e Giuliano[1].

Tra il 1602 e il 1614 la Chiesa è in ricostruzione e i lavori terminano tra il 1616 e il 1617: durante questi interventi scompare il chiostro. E’ probabile che con la distruzione del cortile, durante i lavori di ampliamento della chiesa, la struttura della torre sia stata indebolita tanto da essere descritta come in rovina nel 1667[2]; nel 1670 vengono rimosse anche le campane[3].

Agli inizi del Settecento il campanile viene riedificato «a fundamentis[4]», quindi in tutte le sue parti e presumibilmente nello stesso luogo. La sua ricostruzione è testimoniata da una lastra marmorea frammentaria conservata lungo la parete esterna settentrionale della Chiesa[5]. Detta tavola riporta che il nuovo campanile fu costruito nel 1707 «per l’interessamento e per la predicazione di un frate cappuccino con l’elemosina di anime pie e per devozione del popolo[6]».

Il Canonico Errico Talamo nella sua “Monografia”, pubblicata nel 1890, nel descrivere la Chiesa di Santa Maria riporta che: «Pochi passi distante da questa Chiesa sorge un campanile dell’altezza di palmi ottanta diviso in quattro piani, edificato nell’anno 1707 per opera di un cappuccino, che si cooperò molto alla costruzione del medesimo (…). Questo campanile è privo affatto di cupola. Nel suo terzo piano pendono due campane, una delle quali maggiore, è del peso di sette quintali. Nel quarto poi evvi l’orologio pubblico fatto a spese di Evangelista Caldiero, come si ha da una descrizione, che fu ultimamente rinnovato[7]».

I quadranti marmorei con numeri romani dovevano essere due, informazione che si rileva soprattutto in disegni e fotografie dei primi anni del Novecento: uno posto a meridione verso l’arenile, e l’altro a settentrione, verso l’abitato.

Giuseppe Vespoli riporta la notizia secondo la quale i quadranti furono posizionati sulla torre campanaria nel 1884 e rimossi nel 1963 ad opera della Soprintendenza ai Monumenti della Campania per riportare il campanile alle forme originarie[8].

Da allora uno dei due quadranti è andato disperso mentre quello attualmente esposto nell’Ufficio del Turismo è stato custodito nei locali della Chiesa Madre per più di 60 anni; per volere dell’Amministrazione Comunale nel 2024 è stato posizionato nell’Ufficio del Turismo “Luca Vespoli”, non lontano dalla torre campanaria.

Molteplici sono le testimonianze della presenza dei quadranti marmorei, punto di riferimento per la popolazione locale: in fotografie d’epoca, opere pittoriche e nei racconti dei tanti artisti che hanno soggiornato o sono passati per Positano.

In particolare lo scrittore Stefan Andres che nel suo libro “Positano. Storie di una città sul mare”, parla di un orologio ormai guasto, che indicava sempre lo stesso orario, quasi a fare di Positano un luogo senza tempo: «la lancetta dell’orologio del campanile indicava permanentemente, entro il suo cerchio dorato, il medesimo eterno istante[9]».

 

 

Bibliografia di riferimento

 

Andres S. 1991, Positano. Storie da una città sul mare, Amalfi.

Celentano A. R. 2005, La chiesa di Santa Maria di Positano, Maiori.

Di Giacomo L. 1986, Positano Medioevale, Salerno.

Ercolino R. 2009, Positano. La città verticale, Castellammare di Stabia.

Talamo E. 1890, Monografia Della Citta Di Positano: Dalla Sua Origine Sino Al Presente, Napoli.

Vespoli G. 1971, Storia di Positano, Salerno.

 

[1] Celentano 2005, p. 32, n. 71.

[2] DI Giacomo 1986, p. 93.

[3] Celentano 2005, p. 45.

[4] Celentano 2005, p. 45.

[5] Ercolino 2009, p. 231.

[6]D.O.M. Concionante et cooperante Cappuccino piorum aelemosina populique divotione aedificium hoc a fundamentis fuit erectum 1707” (Vespoli, 1971 p. 269).

[7] Talamo 1890, pp. 171-172.

[8] Vespoli 1971, p. 269

[9] Andres 1991, p. 3.

Egli ci riporta anche che durante la prima settimana del suo soggiorno a Positano, il “signor barone” Bouterwek, proveniente dalla Germania, fece riparare a sue spese l’orologio posto sul campanile (Andres 1991, pp. 4-5).

Ultimo aggiornamento

28/05/2024, 09:26

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